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La mammografia

 

La mammografia è un esame radiologico che consente di visualizzare precocemente un nodulo non ancora palpabile.

La sua validità per la diagnosi precoce è ormai cosa nota e consolidata e ha dato ampia dimostrazione di efficacia nel ridurre la mortalità per questo tumore.

 

Grazie alla mammografia negli ultimi trent’anni la mortalità per tumore della mammella si è ridotta di circa il 30%.

E anche se in alcuni casi un tumore potrebbe avere una crescità così lenta e non invasiva, tale da non essere esso stesso causa di morte, a tutt'oggi non potendo prevedere quale lesione diventerà un cancro invasivo e quale rimarrà silente per anni, la mammografia rimane l'esame di prima scelta in tutte le donne di età superiore ai quarant'anni.

 

Le ricerche condotte fino a oggi fanno ritenere che il rischio di eseguire diverse mammografie nel corso della vita sia inferiore ai benefici che si ottengono eseguendo un controllo radiologico del seno con la frequenza e nelle fasce di età raccomandate.

 

 

In che consiste?

L'esecuzione della mammografia prevede una lenta e progressiva compressione del seno che talvolta può risultare fastidiosa ma quasi mai provoca dolore.

L'esame viene eseguito da un Tecnico Sanitario di Radiologia che eseguirà almeno quattro compressioni (due per lato), così da ottenere una visione completa del corpo mammario, fornendo al radiologo una vera e propria "mappa geografica" del seno.

Quando si esegue?

Tutte le donne al compimento dei quarant’anni dovrebbero effettuare la prima mammografia integrata dall’ecografia mammaria; le due indagini sono infatti complementari l’una dell’altra.

E’ ormai univoco il consiglio di programmare entrambi gli esami in successione ed è altresì sottolineata l’importanza di rispettare una cadenza annuale per i controlli successivi.

E' proprio necessaria?

Si: la mammografia è l’unico esame proponibile per la diagnosi precoce nelle donne “asintomatiche” (che cioè non hanno alcun fastidio e che non hanno palpato nessun nodulo).

E’ l’unica tecnica in grado di visualizzare un carcinoma in fase iniziale.Riesce ad identificare la sua presenza anche quando è limitato all’interno dei canali del latte (si visualizzano minuscole calcificazioni non visibili ecograficamente) e in questa fase è improbabile che abbia già dato metastasi.

Consente di avere un’immagine panoramica della mammella e di vedere eventuali variazioni (sospette) dell’architettura interna della ghiandola mammaria, immagini che con l’ecografia non è altrettanto possibile ottenere.

E' pericolosa?

Come tutti gli esami che utilizzano raggi X, la mammografia comporta un rischio biologico ovvero il rischio di provocare un tumore.

L'esposizione di radiazioni alla ghiandola mammaria è molto bassa (dose media ghiandolare di un esame standard in due proiezioni è 8 mGy)

Questo rischio diminuisce progressivamente a partire dai 30 anni; per questo motivo si sconsiglia di sottoporsi a mammografia prima di questa età.

Dai 40 anni il rischio biologico si avvicina a zero; alcuni studiosi hanno paragonato questo rischio a quello del fumo di 1 sigaretta e 1/2 o a quello comportato dall’aria che si respira in due giorni in una grande città, ad un volo aereo di 105km.

Ma tutti questi sono paragoni che possono portati ad esempio e al tempo stesso essere opinabili.

Per questo motivi preferisco sottolineare il concetto di quello che si chiama “rapporto rischio/beneficio”; ogni esame che comporta il minimo rischio deve essere eseguito solo se, allo stesso tempo, comporta dei vantaggi superiori al rischio stesso.

Ad esempio, il rischio da mammografia in una donna di 50 anni è irrilevante a fronte del grande vantaggio della possibilità di fare diagnosi precoce di tumore maligno, salvando la vita e risparmiando terapie gravose.

E questo credo non sia opinabile.

Unica reale controindicazione all'esame mammografico, come per tutti gli esami radiologici, è lo stato di gravidanza.

E' dolorosa?

Ogni donna ha una sensibilità differente, pertanto per alcune può essere dolorosa, per altre assolutamente no.

Per eseguire la mammografia la mammella viene compressa con un apposito piatto in plexiglas.

La compressione, se effettuata progressivamente, con delicatezza, provoca per lo più un leggero fastidio, poche donne riferiscono un minimo dolore, pochissime un dolore molto forte. Il dolore non corrisponde ad alcun danno e si risolve in pochi minuti.

La compressione è necessaria per ridurre lo spessore della mammella; ciò consente di avere immagini diagnostiche di buona qualità e di ridurre la dose di irradiazione.

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